Appendice A:Braille[1]
Definizione
Il Braille è il codice di lettura e scrittura più utilizzato dai ciechi. è stato inventato dal francese Louis Braille nel 1829. Si tratta di un sistema di scrittura basato su sei punti in rilievo in cui la maggior parte dei simboli è universalmente riconosciuta e quindi può essere usato in molte lingue diverse. Il Braille infatti non è una lingua di per sé, ma è un mezzo di scrittura internazionale. Con esso si possono rappresentare le lettere dell'alfabeto, la punteggiatura, i numeri, i simboli matematici e quelli musicali.
La cella Braille
I caratteri Braille sono basati su una cella formata da sei punti disposti in due colonne e tre righe.
I punti sono numerati dall'1 al 6, secondo lo schema appena illustrato. La dimensione di una cella Braille è standard, 7x4 millimetri, ed è una dimensione ottimale perché permette di percepire la sua intera superficie e allo stesso tempo di distinguere bene i singoli punti. Con i 6 punti si possono ottenere 64 combinazioni diverse che però non sono sufficienti a rappresentare tutti i caratteri. Ad esempio l'alfabeto del computer (il codice ASCII) ha 255 simboli. Per conservare la corrispondenza biunivoca tra questi segni ed i segni Braille si è pensato di arricchire il casellino o cella Braille, passando da 6 a 8 punti. Infatti, con 8 punti si possono rappresentare 255 segni.
Nonostante l'introduzione della cella a 8 punti la rappresentazione più comune e maggiormente utilizzata rimane quella a 6 punti.
L'alfabeto
Referenze
- ^ Fonte: Unione Italiana Ciechi, sezione di Frosinone http://www.uicfrosinone.it/.